Quando, al momento della presentazione del progetto di restauro del Castello di Formigine, supportato da una consistente campagna di indagini stratigrafiche, si espose la ricostruzione ideale del complesso castellano, in origine riccamente decorato sia fuori che dentro, ciò risultò ai più difficile da credere. Non era semplice allontanarsi dall’immagine ormai idealizzata del castello che una certa cultura aveva voluto per più di un mezzo secolo di soli austeri mattoni a vista. Molti ambienti, in virtù anche dei pesanti interventi postbellici, avevano perso la propria identità decorativa, soprattutto al piano terra del Palazzo Marchionale.
La ricostruzione operata dal progetto ha prodotto una nuova articolazione non priva di un certo fascino. Perduti i soffitti originali e in larga parte gli intonaci antichi, questi ambienti sono stati destinati dal progetto ad un uso pubblico: caffetteria, sale per mostre e, successivamente, ristorante e proposti come ambienti ideali per un intervento contemporaneo volto a restituirne un proprio carattere forte e deciso.
Date le numerose ed apprezzate esperienze in luoghi storici, dalle quali traspare una chiara consapevolezza per la natura dei luoghi in cui opera, l’artista inglese David Tremlett ci è parso subito la persona più affine per intervenire con opere “site-specific” in questi ambienti del castello.
Numerosi sono stati i bozzetti preparatori eseguiti dopo accurati e successivi sopralluoghi al castello. Questi sono stati oggetto prima di un ampio dibattito e confronto e poi esposti in una mostra dedicata proprio a fianco alle opere realizzate che, con tecniche di gessi e matite, hanno riportato con grande personalità il tema della decorazione perduta all’interno degli ambienti castellani.