La corte ottocentesca di Villa Tusini, da pochi anni acquisita dal Comune di San Prospero sulla Secchia rappresenta nel panorama architettonico monumentale dell’intera Provincia di Modena una struttura di grande rilevanza. Posto al centro dell’attuale Capoluogo e circondata da una vasta proprietà, in parte coltivata e in parte a bosco, il complesso si caratterizza per una doppia corte quadrata: una a formare la corte agricola composta da edifici di servizio disposti ad U. L’altra, include un giardino dall’ impianto tardottocentesco recintato e collegato tramite un lungo viale alla non lontana Strada Nazionale. A cavallo poi delle due corti chiuse si pone la villa gentilizia a sviluppo anch’essa quadrangolare con sala/androne passante di collegamento tra le due, opposte, parti.
Il complesso è stato gravemente danneggiato dal sisma del maggio 2012. L’obiettivo del progetto è stato quello di definire in generale una serie di interventi finalizzati alla riparazione del danno, in modo tale da garantire il ripristino delle condizioni statiche precedenti all’evento sismico e da non procurare alcuna sostanziale variazione, sia in termini di massa sia di rigidezza.
La Villa e il giardino chiuso è stato il vero obiettivo del progetto: caratterizzato da una tipologia assai cara alla tradizione edilizia modenese, cioè un corpo di forma cubica con il piano terra attraversato da un ambiente passante che collega i due settori opposti della corte, si presenta in pessimo stato di conservazione. Gli interni del piano terra sono in gran parte segnati dalle condizioni ambientali (umidità di risalita, colaticci dalle finestre, ecc.). Diversa è la situazione del piano nobile dove anche l’apparato decorativo risulta assai più ricco. Detto ciò, va precisato che gli interventi di riparazione dei danni e di rafforzamento previsti dal progetto sono stati finalizzati ad eliminare tutti i meccanismi di collasso più probabili, favorendo al contempo il collegamento dei diversi elementi strutturali anche al fine di attivare un comportamento scatolare d’insieme e pertanto migliorarne risposta sismica globale. Nel solco della massima conservazione dei principi strutturali originari, il progetto elaborato ha voluto rispondere a tre obiettivi principali: 1) riparare i danneggiamenti dovuti al sisma del 2012, evitando rischi di ulteriore compromissione dei valori storico-architettonici dell’edificio; 2) ridurre le principali condizioni di vulnerabilità locale attualmente evidenti, definendo i singoli interventi conseguenti in riferimento ad una visione di insieme, eliminando complessivamente scenari di rischio esterno per i frequentatori del sito; 3) recuperarne completamente la fruibilità nel quadro della rifunzionalizzazione prevista in fase progettuale oltre al mero consolidamento dell’involucro esterno (murature e coperture) per quanto riguarda i cosiddetti “bassi comodi”.
Va pure ricordato l’aspetto non secondario assunto in questo caso dal progetto degli impianti sapendo bene come in edifici storici di particolare valore, sia difficoltoso conciliare le esigenze dettate dalle normative vigenti e dagli attuali parametri di benessere ambientale richiesti con la necessità di salvaguardare le strutture antiche, limitando il più possibile gli interventi sulle murature e adottando soluzioni che riducano la visibilità degli impianti installati.