MUSEO MANODOPERA

Location

Spezzano

Chronology

2011 - 2013

Client

Comune di Fiorano

Provided Services

Progettazione e direzione lavori

Dimension

305 mq

Il restauro oltre a rispettare i vincoli di carattere storico-artistico e il superamento delle barriere architettoniche, fa riferimento, relativamente alle strutture, alla normativa per il miglioramento sismico riferito ai beni culturali ed ottempera alla normativa di Prevenzione Incendi relativa alla nuova funzione. Gli spazi seminterrati sono stati interessati da varie fasi di recupero che vanno dalla pulitura delle superfici ad operazioni di cucitura della tessitura muraria, dove decoesa, alla stuccatura a calce in profondità, al recupero dei lacerti di intonaco con interventi di fissaggio dei bordi, di riadesione e di parziale ricostruzione. La stessa pavimentazione, parte in pianelle cotto, in terra battuta, in cemento e con tracce fondali di ripartizioni in laterizio, è stata interessata da interventi per mantenere la lettura delle differenze a testimonianza dei differenti usi degli spazi. L’atteggiamento del recupero delle superficie è stato quello di non “tradire” o meglio mantenere nell’involucro storico la lettura possibile dell’uso che hanno avuto nei secoli passati questi spazi adibiti a deposito di attrezzi agricoli, alla lavorazione dell’uva, a dispensa di cereali e carceri nei locali della torre.
L’intervento si sviluppa in maniera lineare partendo dall’esterno in prossimità del chiostro dove si scende con la scala sospesa sulla rampa cordonata in laterizio antico per poi attraversare, nella suggestione dell’allestimento e delle proiezioni multimediale, gli spazi voltati dell’interrato appositamente organizzati per le nuove funzioni, fino alla nuova uscita ricavata verso il fossato riaprendo una porta tamponata. L’area esterna è stata riordinata con l’inserimento di una lamiera curvilinea che separa l’area a prato con cespugli e alberature dalla superficie in ghiaia dell’area di sosta. Inoltre altri interventi hanno mitigato la visione degli impianti tecnologici esterni. Entrando all’interno del cortile con un lato colonnato si scorge l’accesso segnato dalla presenza della pedana metallica, che poi ci accompagna lungo tutto il percorso di visita.Attigua all’ingresso è l’area archeologica, oggetto di recenti scavi di indagine archeologica, che hanno riportato alla luce e ora in evidenza le ripartizioni murarie due/trecentesche di questa parte del complesso castellano. Entriamo percorrendo la pedana sospesa in lamiera stirata scorgendo al disotto la rampa cordonata in cotto con il sottile corrimano metallico che ci separa dalle pareti che diventano superfici di proiezioni. La prima sala lascia visibile diversi elementi recuperati della primitiva destinazione, quali la vasca cementizia polilobata di raccolta del mosto d’uva con il foro sulla muratura e un portone a due ante in legno che nasconde un vano tecnico, prima varco di collegamento con l’esterno. L’allestimento impostato sulla pedana sospesa ha previsto teche in vetro per la lettura stratigrafica del terreno ed espositori di piastrelle ceramiche. Ogni intervento è riconoscibile e distinto dalle preesistenze storiche. La seconda sala, separata da nastri in pvc nei due varchi di accesso posti alle due estremità, vuole rappresentare la produzione dello stabilimento Ceramico con la pedana cementizia sospesa cui sono collocate le macchine principali delle lavorazioni. In questa sala leggii in lamiera corten contengono e nascondono i proiettori e le luci di accenno sui macchinari. La stessa lamiera forma un tavolo che contiene video apparecchiature di proiezione e touch-screen. Sotto la pedana in lamiera stirata, dove si scorge il pavimento in cotto originario, corrono liberamente le alimentazioni alle postazioni multimediali e le tubazioni per il ricircolo e il ricambio dell’aria primaria. La sala successiva, sempre impostata sulla pedana metallica, è stata allestita con sedute, video e un tavolo con movimentazione per la consultazione. La pedana metallica nella sala successiva, in prossimità dell’ascensore si interrompe per mettere in evidenza la pavimentazioni in mattoni di cotto disposti a correre e in buono stato di conservazione. Il tema della sala è il contenimento e l’esposizione degli strumenti e oggetti d’uso corrente per i quali sono stati realizzati contenitori utilizzando lo stesso tipo di legno dei bancali utilizzato per l’imballaggio delle piastrelle ceramiche. Una piccola rampa metallica inclinata collega questa sala con l’attigua torre dove la suggestione della volta a crociera che lascia come nelle pareti la tessitura muraria a vista con tracce di graffiti che ne testimoniano la destinazione a carcere, si unisce alla sorpresa delle proiezioni sulle pareti che si trasformano in schermi ideali. I visitatori rimangono ad osservare le proiezioni seduti sui due lati dove sono state collocate panche in lamiera che nascondono la tecnologia funzionale. Lungo tutto il percorso e nelle varie sale, totem verticali metallici sono dotati dei dispositivi di sicurezza e contengono la grafica orientativa e ambientale.
Tema significativo è stato il controllo dell’illuminazione nel quale si richiedeva di soddisfare gli standard di sicurezza per la fruizione degli spazi da parte dei visitatori senza però alterare la visione delle proiezioni sulle pareti. Inoltre particolarmente importante era dare risalto e accenno al tema della sospensione e distinzione della nuova superficie di calpestio in lamiera stirata, ai bordi metallici di stacco dalle strutture murarie, dalla pavimentazione e ai nuovi parapetti, il tutto per mantenere la lettura dell’involucro edilizio originario ed evidenziarne la distinguibilità. Inoltre la reversibilità, è stato altro motivo guida dell’intervento, dove successivamente al recupero delle superfici originarie, al consolidamento di porzioni di muratura, è stato inserito l’allestimento funzionale alle proiezioni e postazioni multimediali del Museo; le strutture metalliche sono state semplicemente appoggiate sulle pavimentazioni in cotto e in qualsiasi momento l’allestimento potrà essere rimosso riportando gli spazi alla loro originaria configurazione.


Il progetto di allestimento della sezione “Manodopera” puntava alla realizzazione di un museo narrativo, di per se fortemente attrattivo ma anche didattico volto ad accendere le attenzioni sul mondo della ceramica, quali le materie prime e la loro lavorazione, la filiera della produzione della piastrella, l’esperienza anche sociale della fabbrica, la promozione del prodotto finito che diffonde nel mondo la piastrella quale “made in Italy”. La scommessa era grande: ricomporre un mondo anche fisico assai lontano dal luogo in cui questo veniva ricostruito non era facile. L’utilizzo di materiali poveri, elementi funzionali semplici in metallo, la soluzione adottata per i macchinari, le grandi multimedialità cercano di riproporre le suggestioni di quel mondo produttivo.

 

Progetto e direzione lavori: RTP Arkè studio – Progettisti Associati

Progetto di consolidamento: Ing. Giorgio Serafini

Progetto impianti elettrici: Ing. Maurizio Manzini

Progetto Impianti meccanici: P.I. Nicola Zecchini

Foto: Arch. Anna Chiara Bertolazzi