Oggetto del concorso è il restyling degli spazi situati ai livelli 25,26,27 e 29 di un importante torre per uffici a Bologna.
Dalle comunicazioni pervenute dai responsabili del procedimento di concorso è emersa la necessità di modificare la percezione complessiva dei diversi ambienti che attualmente, completamente terminati e disponibili a diversi usi, pur interessanti nelle loro valenze spaziali risultano forse un po’ freddi e impersonali per gli usi richiesti dal bando di concorso che, ricordiamolo, è finalizzato alla progettazione di uno spazio multifunzionale che si configuri come elemento artistico, di lavoro, di socialità e di incontro.
Ad una analisi complessiva degli ambienti oggetto di concorso i punti che ci hanno meno convinto nell’attuale configurazione e che il progetto tenta in parte di correggere sono: a) Un infelice accostamento tra i diversi materiali, le cromie e le tipologie superficiali utilizzate sia per i pavimenti che per i soffitti e le pareti;
b) Un uso intensivo e non sempre pertinente di ballatoi perimetrali privi di funzionalità intrinseca se non per le eventuali manutenzioni di facciata; c) La rinuncia, forse troppo sbrigativa e “funzionalista”, di un affaccio privilegiato verso la città storica di Bologna. Il progetto, alla luce di quanto richiesto, propone la creazione di un “volume dentro al volume”, un guscio interno che avvolge lo spazio e lo definisce con variazioni geometriche di accenti dettati dalle diverse funzioni accolte, alternando zone di maggior raccoglimento, dove il soffitto quasi incombe, a zone, dove il volume si impenna verso l’alto , dove si valorizza la forza ascensionale dello spazio a doppia e tripla altezza. Le intersezioni fra i piani a diverse inclinazioni che generano l’ampio “cappello” del soffitto, sono sottolineate da tagli e da linee luminose a sorgente LED che consentono di creare, con cambi di intensità e di cromia, suggestivi scenari luminosi variabili di volta in volta a seconda dell’atmosfera suggerita dall’uso.
Ad ogni livello in corrispondenza delle ampie pareti perimetrali vetrate, la “pelle” dell’involucro diventa rarefatta aprendosi, con un sistema di pannelli scorrevoli a doghe verticali in legno naturale, verso il panorama delle colline e della pianura e al contempo garantendo un controllo e un filtro della luce naturale proveniente dalle vetrate. Il guscio interno si palesa anche nella vista dall’esterno della sommità della torre: illuminato a livello dei vari ballatoi che rimangono racchiusi fra la pelle interna e le facciate vetrate esterne, potrà essere visibile dall’esterno con cambi di colorazione e d’accento dell’illuminazione valorizzando nelle ore serali il landmark inconfondibile della torre sul territorio.